Una storia ascoltata nelle serate d’inverno attorno al fuoco a casa di mio nonno; come tutte le storie raccontate attorno al fuoco durante l’inverno è sicuramente ingigantita dalla fantasia ma un poco di verità forse c’era.
E’ la storia di Landìn, un fabbro di Casa Batti e delle paure o spiriti o presunti tali che si vedevano o sentivano in alcune zone.
Una sera al ritorno dal mercato di Villa Minozzo, questo signore si era fermato a Castiglione in osteria e, come tutti in quel tempo, ci si fermava per bere vino, si beveva vino e si raccontavano storie, anche storie di paure, come sicuramente era successo quella sera, così tra una storia e un bicchiere era giunta mezzanotte, e Landìn doveva rientrare a Case Bagatti, e la strada passava proprio di fianco al cimitero, dove dicevano che si sentivano gli spiriti. Facendosi coraggio si incamminò verso casa, naturalmente a piedi e in spalla gli acquisti del mercato.
Giunto nelle vicinanze del cimitero senti qualcosa che gli batteva nei polpacci, si girò ma non c’era nessuno, allungò il passo ma chi gli batteva nei polpacci lo faceva di nuovo, e non bastò camminare di corsa, sentì che lo battevano fino a che non oltrepassò la chiesa. Certo non erano vere e proprie botte ma sicuramente qualcosa lo toccava.
Rientrò a casa se non spaventato sicuramente intimorito e convinto di aver vissuto una storia soprannaturale.
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Raccontò tutto alla moglie che lo aspettava ancora alzata, la quale un po’ si impressionò, ma poi andarono a dormire, Landìn mentre si spogliava cominciò a ridere fino a far indispettire la moglie e alla fine svelò il mistero: non erano gli spiriti a battere i suoi polpacci, ma la cinghia dei pantaloni che non si sa come si era slacciata e prima di sfilarsi tutta batteva nelle sue gambe.
Raccontata così non è una grande storia, ma per un bambino piccolo ascoltata in una sera di veglia attorno al fuoco che era anche l’unica fonte di luce, faceva molto effetto.