Le giornate cominciano ad allungarsi, il sole fa sempre più capolino tra le nubi e scalda il terreno, le pozze di neve si riducono. Le nostre belle piantine sentono che l’inverno si allontana e tirano fuori le foglioline e i fiori, prima timidamente e, poi, esplodono in tutta la loro bellezza, ricoprendo interi prati o le ripe più assolate o mostrandosi in piccoli gruppi riparati, quasi che debbano essere cercate per apprezzarne la bellezza.
Nei giorni scorsi, girando per la valle, mi hanno colpito soprattutto le fioriture delle pratoline (Bellis perennis L.) che spesso ammantano di bianco vaste aree assolate, quasi fosse nuovamente nevicato tanto sono fitte. Della pratolina si possono consumare le foglioline tenere in insalata o cotte nei minestroni con altre verdure. A scopo terapeutico, è detta “Arnica degli organi pelvici” in quanto utilizzata nei traumi del seno, del piccolo bacino e del coccige, si può preparare il Vino di Margheritina. Si fanno macerare 50 g di foglie e fiori freschi di pratolina in un litro di vino bianco di buona gradazione alcolica. Si filtra dopo tre giorni e se ne prende un bicchierino al mattino.
Più nascoste, quasi non volessero farsi scoprire, sono invece le violette, sia la più comune Viola canina L. che la meno frequente Viola arvensis Murray. Oltre ad essere molto ornamentali e utili come bordure o per tappezzare piccole ripe, queste piante, soprattutto in passato, trovavano impiego per uso alimentare o medicinale.
Per uso commestibile si utilizzano le foglie giovani e i boccioli dei fiori, crudi o cotti. Venivano aggiunte alle zuppe per addensarle, mentre dalle foglie, inoltre, si può fare un tè. Nell’uso medicinale si impiegano i fiori e le foglie che sono fortemente catartici ed emetici.
Lungo gli argini si fanno notare invece le fioriture della pervinca (Vinca major L.), una pianta tappezzante capace di coprire vaste aree e che può essere utilizzata per coprire magari delle piccole zone in discesa del giardino a rischio di frana. Anche se bisogna tener conto che è molto infestante e magari difficilmente controllabile. La pervinca è considerata una pianta tossica, in quanto contiene vincristina, anche se nella medicina popolare viene utilizzata internamente per il trattamento di disturbi circolatori, ipertensione, gastriti, enteriti, diarrea e cistiti; inoltre può essere impiegata come rimedio contro la perdita di memoria e per diminuire livelli troppo elevati di zuccheri nel sangue. Esternamente, invece, la pervinca può essere un rimedio astringente in caso di epistassi e sanguinamenti. Viene impiegata anche per il trattamento di mal di gola, ascessi, eczemi ed ecchimosi. La pervinca viene sfruttata anche dalla medicina omeopatica, dove la si può trovare sotto forma di tintura madre, gocce orali e granuli.