7 Settembre 1920, ore 7:56
Un boato. Le urla. Il fuggi fuggi generale. 20 secondi di terrore. Poi, il silenzio assordante della fine di un incubo, rotto dalle urla dei sopravvissuti.
Neanche il tempo di rendersi conto dell’accaduto ed ecco che alle 9:12 sopraggiunse un’altra scossa a dare il colpo di grazia a quello che fino a poche ore prima erano paesi e persone, squassando con violenza le macerie mortali.
La Garfagnana era in ginocchio. I villaggi di Capraia, Montecurto, Vigneta e Villa Collemandina furono distrutti quasi completamente. Una settantina di paesi (fra cui Fivizzano e Piazza al Serchio) subirono crolli estesi a gran parte del patrimonio edilizio. In altri 160 paesi ci furono numerosi crolli e gravi danni e un centinaio di altre località subirono danni di media entità.
In provincia di Reggio Emilia il comune più danneggiato fu Villa Minozzo, dove numerose frazioni subirono danni ingenti, con crolli ed estese distruzioni. Le frazioni più colpite furono Asta, Coriano e Civago, dove quasi tutte le case crollarono o furono dichiarate inabitabili. Complessivamente, nel territorio di Villa Minozzo un centinaio di case crollarono totalmente, un’ottantina crollarono parzialmente, e un altro centinaio furono gravemente danneggiate o dichiarate inagibili. Oltre 2000 i senzatetto.
La chiesa di San Lorenzo a Febbio, dal passato già travagliato, fu distrutta.
Sono passati 95 anni da quel triste giorno. Ormai è un solo un ricordo di chi è ancora tra i sopravvissuti. Qualche discendente conserva la storia vissuta o tramandata conservando anche foto, ritagli di giornale, o magari qualche cartolina d’epoca.
Inviateci il materiale che conservate oppure raccontateci i vostri ricordi, ci piacerebbe fare memoria e condividerla con il mondo intero.