A Pasqua si sciolgono le Campane
Questo modo di dire deriva da antica tradizione religiosa. Le campane suonano tutto l’anno ogni giorno, però restano in silenzio solo il giorno in cui si ricorda la morte del Signore (venerdì santo).
Per l’occasione, una volta, le campane ( precisamente i battacchi) si legavano con corde l’una all’altra, perché non emettessero alcun suono.
Il giorno di Pasqua venivano sciolte e da qui il modo di dire “sciogliere le campane”. Il sabato Santo , a mezzanotte le campane suonano gioiosamente a distesa, per comunicare che Gesù è risorto.
Negli anni 50/60, quando ero bambina, si ovviava alla mancanza del suono delle campane, con uno strumento artigianale, fatto in legno, chiamato “ranela” , da noi a Gazzano; nel versante modenese “grasciula”, proprio per il suono gracidante, simile a quello delle rane.
Questo strumento consisteva di un telaio sormontato da una ruota dentata, a cui era attaccato un manico che veniva fatto girare velocemente su una lamella, propagando un suono sgraziato, secco e crepitante.
I ragazzi più ingegnosi costruivano un altro attrezzo più grande con una cassa armonica ampia, in modo che il suono prodotto fosse più cupo e cavernoso. Era chiamato e’ casun.
Solo i maschi azionavano questi attrezzi ( le femmine sempre escluse) durante la funzione del venerdì santo, e in determinati momenti, segnalati da un adulto. Qualche volta succedeva che l’impazienza avesse il sopravvento, e si udisse qualche gr, gr estemporaneo, accompagnato da uno scappellotto….! A fine funzione si scatenava il putiferio dentro e fuori la chiesa. Si univano il sacro e il profano! In quanti eravamo, grandi e piccoli; era un momento di aggregazione, fatto di cose semplici e spontanee!