La fragola di bosco (Fragaria vesca) è una pianta erbacea della famiglia delle Rosacee. Il frutto è piccolo, morbido e dal profumo molto intenso. Infatti il nome fragraria significa “fragranza” , mentre vesca in latino vuol dire “molle”.
É spontanea in quasi tutto l’emisfero settentrionale (Nord America, Europa e Asia). In Italia cresce nei sottoboschi, in boschi radi e nelle scarpate e nei prati fino a 1600 m di altezza. Preferisce un suolo fresco, piuttosto acido ed un’esposizione soleggiata o di mezz’ombra.
Si distingue dalle varietà ibride coltivate che sono molto più grandi e meno profumate.
Le foglie, che in realtà sono tre foglioline dentellate unite, crescono alla base del fusticino in piccoli ciuffi. I piccoli fiori bianchi, con 4-6 petali, fioriscono da aprile a luglio; talvolta le piante rifioriscono nuovamente in autunno. Il frutto è in realtà un falso-frutto: infatti è il ricettacolo che si ingrossa, si estroflette e sorregge i veri frutti, detti acheni, che sono i “semini” giallini di cui è cosparsa la superficie.
Si trova in quasi tutto l’emisfero settentrionale (Nord America, Europa e Asia).
La riproduzione avviene per moltiplicazione vegetativa agamica: da ogni piantina fuoriesce uno stolone, un piccolo rametto, da cui trae origine una nuova pianta. In caso di coltivazione casalinga i frutti possono esser raccolti dopo 8 mesi dall’impianto. Il problema è che sono di difficile conservazione e devono essere consumati o lavorati rapidamente.
É importante non confonderla con la “falsa fragola” (Potentilla indica), che è sempre una rosacea ma con fiori gialli a 5 petali e foglie simili ma più grandi. La differenza maggiore è come sono portati i frutti: la fragolina di bosco pesa sullo stelo ed è quindi ricurva verso il terreno, mentre la fragola matta rimane dritta sullo stelo come fosse un fiore. Poi bisogna osservare bene la superficie rossa delle due fragole: la fragolina di bosco è costellata di semini mentre la fragola matta ha piccolissime protuberanze rosse.
Si narra che sulle tavole dell’antica Roma la fragola comparisse regolarmente in occasione delle feste in onore di Adone, alla cui morte, secondo la leggenda, Venere pianse copiose lacrime che, giunte sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi, le fragole per l’appunto.
Nella tradizione popolare, si riteneva che la fragola avesse virtù magiche: in particolare, per evitare il morso dei serpenti, si dovevano raccogliere le foglie il 24 giugno (notte di S. Giovanni), essiccarle e confezionare con esse una cintura. Nessuna serpe avrebbe osato avvicinare chiunque indossasse la cintura.
I principi attivi contenuti nella pianta sono olii essenziali, tannino e flavoni.
Contiene buone dosi di vitamina C, di iodio, di ferro, di calcio, di fosforo. Da non sottovalutare la presenza, nel frutto, di acido salicilico.
Come erba medicinale la fragola di bosco può essere impiegata per alleviare anemia, accumulo di acidi urici, diarrea, disturbi gastrointestinali e urinari, nervosismo, artrite, gotta, reumatismi, ferite, piaghe, ulcere, mancanza di appetito, stitichezza. Le sono attribuite proprietà depurative e diuretiche. È indicata nelle infiammazioni del cavo orale.
Si usa, per quanto riguarda la “bellezza”, come impacco nutriente e rassodante, maschera rivitalizzante, scottature solari, pulizia dei denti.
Nella tradizione popolare, si riteneva che la fragola avesse virtù magiche: in particolare, per evitare il morso dei serpenti, si dovevano raccogliere le foglie il 24 giugno (notte di S. Giovanni), essiccarle e confezionare con esse una cintura. Nessuna serpe avrebbe osato avvicinare chiunque indossasse la cintura.
I principi attivi contenuti nella pianta sono olii essenziali, tannino e flavoni.
Contiene buone dosi di vitamina C, di iodio, di ferro, di calcio, di fosforo. Da non sottovalutare la presenza, nel frutto, di acido salicilico.
Come erba medicinale la fragola di bosco può essere impiegata per alleviare anemia, accumulo di acidi urici, diarrea, disturbi gastrointestinali e urinari, nervosismo, artrite, gotta, reumatismi, ferite, piaghe, ulcere, mancanza di appetito, stitichezza. Le sono attribuite proprietà depurative e diuretiche. È indicata nelle infiammazioni del cavo orale.
Si usa, per quanto riguarda la “bellezza”, come impacco nutriente e rassodante, maschera rivitalizzante, scottature solari, pulizia dei denti.
Vari sono gli usi in cucina: macedonie, marmellate, gelatine, torte, biscotti, sciroppi, per aromatizzare liquori, per insaporire carni.
LIQUORE DI FRAGOLINE DI BOSCO
Il FRAGOLINO fatto in casa è un liquore ottimo come digestivo dopo pasto che si ottiene dalla macerazione delle fragoline di bosco nell’alcol.
Ingredienti:
- 1 litro di acqua
- 1 litro di alcol a 90° per uso alimentare
- 1 kg di fragoline di bosco
- 800 g di zucchero
Preparare il FRAGOLINO fatto in casa è davvero semplice. Per prima cosa bisogna lavare bene le fragoline e asciugarle con della carta assorbente. Mettete le fragoline in un contenitore o in un barattolo abbastanza grande che abbia la chiusura ermetica. Versate l’alcol e chiudete. Fate macerare le fragoline nell’alcol lontano dalla luce e in un luogo fresco per circa 2 settimane. Trascorso il tempo preparate lo sciroppo di acqua e zucchero. Scaldate in un pentola l’acqua e lo zucchero a fuoco lento, fino a quando lo zucchero non si sarà sciolto del tutto. Fate raffreddare. Ora non vi resta che unire lo sciroppo di acqua e zucchero all’alcol. Mescolate per bene e versate nelle bottiglie. Potete consumarlo subito, ma se aspetterete 10 giorni sarà ancora più buono. Servite il vostro FRAGOLINO fatto in casa ben freddo!! Potete conservalo in frezeer, vedrete che non si ghiaccia!
MARMELLATA DI FRAGOLINE DI BOSCO
Ingredienti
- 500 grammi di fragoline di bosco
- 250 grammi di zucchero
- 1 limone (succo)
Per prima cosa lavare le fragoline e scolarle facendo molta attenzione soprattutto se sono mature perché si rovinano subito. A questo punto metterle in una pentola alta, aggiungere lo zucchero e il limone. Mettere la pentola sul fuoco a fiamma bassa e cuocere piano piano girando spesso. Continuare a girare soprattutto quando inizia a bollire (altrimenti si attacca e brucia) e fino a quando non diventa densa. Ci vorranno circa una 30 di minuti. Si fa una prova mettendone un po’ nel piatto, lasciarla raffreddare per circa 5 minuti, se non cola, vuol dire che è pronta.
Volendo si possono dare dei “colpi” con il frullatore ad immersione. Lasciare raffreddare un pochino e poi mettere la marmellata nei vasettì, che devono essere ben puliti e sterilizzati. A questo punto riempire una pentola con acqua, metterci i barattoli pieni e far bollire per circa 15/20 minuti per conservarli a lungo.