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La cascata del Lavacchiello

La cascata del Lavacchiello

LE MIE MEMORIE OLTRE IL SENTIERO

 

Ad ognuno di noi alcuni luoghi possono apparire più significativi di altri per vari motivi: per come si manifestano effettivamente o per come ci sono stati raccontati e ne siamo venuti a conoscenza le prime volte; quest’ultimo è per me il caso di Ligonchio e della Valle dell’Ozola.

Valle dell'Ozola (fonte Wikimedia)
Valle dell’Ozola (fonte Wikimedia)

Da bambino ascoltavo spesso le storie di vita vissuta che mio nonno mi raccontava e lui, in quanto persona accogliente, così facendo, mi invitava ad entrare nel suo mondo pieno di esperienze per me tutte da scoprire. Le sue non erano solo parole ma emozioni ed immagini, di quelle che ti restano dentro e che si riaffacciano alla memoria anche dopo molti anni, quando meno te lo aspetti. Storie di vita vera di fatiche, di rari successi e tante sconfitte, di gioie semplici, di amicizie di speranze ed illusioni. Storie raccontate lentamente, ascoltate con attenzione e curiosità e che, come fiabe vere, racchiudevano sempre una verità morale, un insegnamento di saggezza. Ma cosa c’entra tutto questo con il mio percorso escursionistico e le mie poche foto?

Ebbene, ho preso il discorso alla larga, ma il fatto è che tra le vicende raccontate vi erano quelle relative alle esperienze di mio nonno (classe 1907) presso la società Edison (quella che a Ligonchio fece realizzare le centrali elettriche), ed Enel poi. Circa dieci/quindici anni dopo l’ultimazione della centrale idroelettrica in poi, per diverse volte, gli capitò di recarsi da Parma, dalla centrale di distribuzione di Vigheffio dove prevalentemente lavorava, a Ligonchio per consegnare materiali vari, attrezzature, denaro o altro, utilizzando, mi raccontava, un autocarro alimentato a gasogeno (Per chi interessa preciso che, non essendo a quei tempi di facile reperibilità i combustibili derivati dal petrolio, venivano installate delle caldaie sugli automezzi, nelle quali veniva fatta prevalentemente bruciare legna verde tagliata in piccoli pezzi, il gas prodotto dalla combustione, seppure con basso potere calorifico, faceva comunque andare il motore (per saperne di più sul motore a gasogeno)

Autocarro a Gasogeno (fonte elretronauta)
Autocarro a Gasogeno (fonte elretronauta)

Anche se erano passati ormai vari anni dall’ultimazione dei lavori di costruzione delle centrali, parlando con altri operai, apprese da loro del duro e faticoso lavoro che fu necessario per la realizzazione di un’opera indubbiamente considerevole per quei tempi (i lavori durarono per circa un decennio sino alla fine degli anni Venti) e che ora vediamo perfettamente integrata nell’ambiente naturale ma che allora ne modificò in modo evidente gli aspetti morfologici. Furono, infatti, realizzati canali, gallerie tubazioni, per raccogliere le acque dei torrenti Rossendola e Ozola, dighe di sbarramento per realizzare tre bacini di raccolta idrica: Tarlanda, Ligonchio e Presa Alta, condotte forzate che portavano le acque alle turbine nelle centrali, linee elettriche ad alta tensione, senza dimenticare poi le infrastrutture necessarie a consentire gli spostamenti e i trasporti dei materiali quali strade carrozzabili, ponti, teleferiche, come pure edifici per accogliere il personale ecc…, insomma tutto ciò che sarebbe servito per realizzare uno tra i siti più importanti del Sistema Elettrico Italiano degli anni Venti.

Centrale Idroelettrica di Ligonchio (Fonte Wikimedia)
Centrale Idroelettrica di Ligonchio (Fonte Wikimedia)

Ecco allora perché, in considerazione di quanto detto, un percorso a me particolarmente gradito è quello che da Ligonchio, fontana dello Scodellino, conduce alle cascate del Lavachiello (sentiero CAI 635 – Dislivello m 403; lunghezza: km 5; tempo di percorrenza 2h30′ circa).

Cascate di LavacchielloCascate di Lavacchiello

Subito dopo la partenza ci si accorge che, anche se siamo a fine estate, numerosi zampilli d’acqua sgorgano dalle pareti e scendono a valle verso il torrente mentre un fitto bosco ci accompagna lungo il sentiero. Numerosi sono i punti panoramici sulla valle dell’Ozola e sugli Schiocchi, mentre sulle rocce più scoscese si possono notare alcuni abeti bianchi, relitti di una lontanissima era glaciale.

Il sentiero é facile fino alla presa Bassa ma dalla Presa Alta si fa più impegnativo ed è valutato come “per escursionisti esperti”, data la presenza di tratti più esposti e pericolosi dove è indispensabile fare molta attenzione e reggersi alle funi di acciaio collocate nei punti più impegnativi. L’ultimo tratto é accompagnato dal fragore dell’acqua delle cascate. Benché i periodi migliori, secondo il mio parere, siano la primavera per l’abbondanza di acqua e l’autunno per i colori delle foglie, in ogni stagione si può comunque godere dei panorami, dei silenzi e dei suoni della natura; da non tralasciare una lunga sosta rilassantissima e ritemprante ai piedi delle cascate. Buona divertimento a tutti.

 

Cascate di Lavacchiello Cascate di Lavacchiello

Cascate di Lavacchiello Cascate di Lavacchiello

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