Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Asteracee. È diffuso in tutto l’emisfero settentrionale, cresce comunemente fino a circa 2000 metri di altitudine e predilige le zone soleggiate o leggermente ombreggiate ed i terreni umidi. Il nome taraxacum deriva dal greco tarasso (sanare, guarire, in riferimento alle proprietà curative della pianta), mentre officinale fa riferimento proprio all’utilizzo che sin dall’antichità viene fatto delle radici e delle foglie in virtù del loro potere medicamentoso. Altri nomi popolari sono dente di leone (per via dell’aspetto delle foglie), soffione (per l’aspetto del frutto), capo di frate, piscialetto (in riferimento alle sue proprietà diuretiche).
Il tarassaco è una tra le prime Asteraceae a fiorire in primavera. Possiede una robusta radice fittonante e fusti glabri e lattiginosi che possono raggiungere un’altezza di 30-40 cm. Le foglie del tarassaco sono semplici ed oblunghe con il margine dentellato (da cui deriva il nome dente di leone). I fiori, di colore giallo-dorato intenso, ligulati, si inseriscono in un talamo evidente e sono riuniti in capolini, i quali a loro volta racchiudono centinaia di fiorellini (flosculi). I capolini si chiudono al tramonto e si riaprono al sorgere del sole. I fiori si trasformano in un’infruttescenza costituita da un globo piumoso, il cosiddetto “soffione”.
Il tarassaco è stato largamente utilizzato come rimedio officinale tanto che la terapia a base di radici e foglie viene detta “tarassacoterapia”. Le prime notizie ci giungono dai testi di medicina araba del X e XI secolo, che ne riportano le proprietà digestive, toniche, depurative del sangue e del fegato e diuretiche. Si utilizzano principalmente le radici e talvolta le foglie. L’infuso di radici di tarassaco viene utilizzato, oltre che per depurare il fegato e favorire la diuresi, per contrastare la febbre, per alleviare i dolori reumatici, per disappetenza e disturbi dispeptici, per stimolare la funzionalità dell’intestino e aumentare la sintesi della bile, grazie alla sua azione come epatico e biliare. Oltre all’infuso in erboristeria si utilizza il decotto, la tintura madre o anche le compresse come rimedio per i diversi disturbi.
Il tarassaco è utilizzato anche come alimento, data la sua abbondanza nei campi e nei prati dove cresce spontaneo. Garantisce un importante apporto di fibre solubili, antiossidanti, flavonoidi, potassio, magnesio e fitosteroli. Le foglie giovani possono essere consumate crude o cotte, impiegate per delle insalate primaverili depurative, in frittate o pesti per condire la pasta. Preferibilmente andrebbero cotte al vapore (per non perdere molti dei principi attivi con la bollitura) ed utilizzate come contorno.
I boccioli floreali possono essere messi sottaceto (da utilizzare in modo simile ai capperi), o caramellati con zucchero; sono inoltre spesso preparati fritti in pastella, utilizzati nella preparazione di uno sciroppo di tarassaco , ma possono essere anche consumati crudi o utilizzati per decorare dolci e torte.
Il tarassaco è inoltre molto importante nell’apicoltura, in quanto fornisce alle api polline e nettare per la produzione dell’ottimo miele di tarassaco.