Il Monte Penna, o Monte di Asta, ma conosciuto anche come Penna di Novellano, è il simbolo della Val d’Asta per la sua forma inconfondibile e la sua formazione stratificata calcarenitico-marnosa del Flysch del Monte Caio. Pur non vantando una altitudine significativa (solo 1261 metri slm), dalla sua sommità si gode di uno spettacolare panorama a 360 gradi che spazia tutt’intorno dalla Pietra di Bismantova alla Val d’Asta e ai monti Torricella, Prampa e Cisa, alla catena del Monte Cusna e al Monte Ravino, fino ad incontrare più lontano la piramide del Monte Cimone, riconoscibile dalle costruzioni militari sulla vetta.
Nella notte fra il 4 e il 5 gennaio 2014, una consistente frana sul versante orientale del Monte Penna provocò il distacco da quota 1200 metri di giganteschi massi che raggiunsero la strada comunale La Sorba-Novellano, causandone l’interruzione per diversi mesi.
Fra i diversi percorsi per arrivare in cima, ho scelto quello meno conosciuto in quanto non segnato dal Cai, ma sicuramente molto appagante e non troppo impegnativo. D’inverno, con la neve, addirittura vi sorprenderà.
Punto di partenza: Castiglione, parcheggio dell’ufficio postale, coordinate 44.306023° N, 10.461109° E.
Altitudine minima: mt. 899.
Altitudine massima: mt. 1261.
Dislivello: mt. 362.
Difficoltà: facile fino alla parete, poi circa 10 metri di tratto difficoltoso, poi ripido fino alla cresta sommitale.
Lunghezza: circa 2400 mt. (4800 mt. a/r).
Passiamo davanti al Bar Ristorante “La Penna” per portarci in corrispondenza del civico 11, dove uno stradello asfaltato passa dietro le case e ci porta rapidamente in quota, diventando sterrato. Dopo 400 metri troviamo un bivio, ma una freccia in legno di colore giallo-nero ci indica di proseguire a sinistra per il Monte Penna. Questa è davvero una bella sorpresa, in quanto non essendo un sentiero “ufficiale” è comunque ben segnalato con segnavia di colore giallo-nero su tutto il percorso.
Ora il sentiero diventa un po’ ripido. Fra gli alberi spunta maestosa la Pietra di Bismantova. Raggiungiamo presto un altro bivio e seguiamo a sinistra il segnavia. Il percorso in questo punto è piacevolmente ondulato con qualche saliscendi e ci porta ad un altro bivio a 990 metri dalla partenza, ma questa volta ignoriamo il sentiero che scende a sinistra e proseguiamo invece in salita (coordinate 44,3048° N, 10,4717° E).
Troviamo altri bivi. Al primo seguiamo la freccia giallo-nera che ci indica a destra, al secondo ci dirigiamo a sinistra (troveremo il segnavia poco più avanti), al terzo andiamo ancora a sinistra, infine al quarto saliamo a destra (coordinate 44,3059° N, 10,4754° E). Ora siamo a 1500 metri dalla partenza e a quota 1077 e il sentiero si fa più ripido.
Dopo 250 metri incrociamo il sentiero Cai n. 611 che sale da Pian del Monte, e il nostro percorso d’ora in poi diventa quello “ufficiale” del Cai. Procediamo e seguiamo quindi senza indugio i segnavia bianco-rossi.
Da questo versante, il Monte Penna fa un po’ impressione; la stratificazione del Flysch da qui si vede vicinissima. Non vi nascondo che più mi avvicino e più mi dico che sono pazza a salire lassù, ma dissi la stessa frase mentre mi preparavo a salire sul Gran Sasso…
Su un albero a sinistra sono presenti sia il segnavia Cai sia quello giallo-nero e la scritta “Segui bianco-rosso”, ma ormai non c’è più pericolo di sbagliare e finalmente arriviamo ad una freccia del Cai che ci indica di andare a destra lungo il sentiero 611. Siamo a 100 metri dalla parete del Monte Penna.
Finora il percorso è stato piacevole, ora invece dobbiamo stare molto attenti. Raggiungiamo rapidamente la parete; il sentiero passa su facili roccette dove è necessario usare anche le mani. La roccia marnosa si sgretola facilmente, ma per fortuna si tratta di pochi metri e poi si riprende a salire abbastanza tranquillamente.
Curviamo a destra, il sentiero passa proprio sul bordo ed è necessario passo fermo. Ormai ci siamo quasi. I segnavia bianco-rossi sono sugli alberi alla nostra destra, ma ben presto gli alberi lasciano il posto alla testa pelata del Penna e saliamo quasi a vista in direzione di un paletto di legno del Cai.
Siamo finalmente in cresta a quota 1246. Il panorama è magnifico! Il Monte Cusna è davanti a noi. Cisa e Prampa fanno da sentinelle al Monte Torricella con la sua formazione a strati. La Pietra di Bismantova si staglia in lontananza.
Che dire… Ne è valsa la pena!
Ma la nostra escursione non è ancora finita, non siamo ancora sul punto più alto. Proseguendo sulla cresta in leggera salita, ammiriamo il panorama dalla parte opposta su Novellano e la vallata circostante. Riprendiamo ancora per qualche decina di metri fra gli alberi fino alla fine del crestone (il punto più alto è qui) e arriviamo ai resti di una baracca. C’è chi dice che era un ricovero di pastori, altre fonti affermano che si trattava di un rifugio utilizzato dai partigiani russi durante la Seconda Guerra Mondiale. Quello che invece salta all’occhio, è che siamo proprio sulla sommità della frana… il terreno è notevolmente spaccato in più punti e lo scivolamento verso il basso è evidente, e se proseguiamo per pochi metri lungo il sentiero 611 passiamo proprio sul ciglio da dove possiamo osservare la frana dall’alto. Sembra come se la terra dovesse mancarci da sotto ai piedi da un momento all’altro. Impressionante!
Sinceramente preferisco osservare l’altro panorama, quello splendido delle creste appenniniche reggiane over 2000, che come una barriera delimitano l’orizzonte e nascondono il sole al tramonto. Quindi facciamo dietro-front per un’ultima occhiata ai monti prima di scendere e poi si ritorna per lo stesso sentiero.