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Il lampone

Il lampone

Il lampone (Rubus idaeus) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Rosaceae, che può raggiungere 1,80 metri di altezza con un fusto caratterizzato da piccole spine. Le foglie sono caduche e formate da 3-5 foglioline dai margini seghettati, con la pagina superiore verde e quella inferiore argentea. I fiori sono bianco-rosacei, riuniti in racemi, iniziano a fiorire tra maggio e giugno. I frutti, composti da piccole drupe, rosa-rossi, globosi e penduli, maturano in tarda estate-inizio autunno e sono molto apprezzati da soli o come ingredienti nelle preparazioni alimentari.
Cresce selvatico in zone collinari e di montagna del centro Europa, tipicamente negli spazi aperti all’interno di un bosco o colonizza opportunisticamente parti di bosco che sono state oggetto di incendi o del taglio del legno o lungo i sentieri dove arriva un po’ di luce, prediligendo i luoghi parzialmente ombrosi e terreni sub-acidi e freschi. È facilmente coltivabile nelle regioni temperate e ha una tendenza a diffondersi rapidamente. Si riproduce per divisione dei polloni (getti nuovi che partono alla base della pianta): si trapiantano in autunno, spuntandoli a un’altezza di 20-30cm.

Lampone, le foglie
Lampone, le foglie

Il lampone è una pianta mellifera e bottinata dalle api; è usato per ricavarne del miele, ma si produce quello monoflorale solo in certe zone dove è sufficientemente diffuso.
Il termine “rubus” deriva dal latino “ruber” ovvero “rosso”, per il colore dei suoi frutti. Mentre “idaeus” sembra derivi dal Monte Ida, che si trova nei pressi di Troia nel Nord-Est della Turchia. Secondo quanto riportato da Dioscoride il Monte Ida era particolarmente popolato da questa pianta. Il mito narra che Afrodite coglieva i succosi e coinvolgenti frutti del Lampone sul monte Ida per i suoi amanti, al fine di regalare loro piacere e gioia dei sensi. La dea raccoglieva i Lamponi anche per il figlio Enea, per allietarlo con la loro infinita dolcezza.
Il naturalista Georges-Louis Leclerc ricollegò l’origine del nome Rubus Idaeus ad un’altra leggenda, che ha sempre una protagonista femminile: la ninfa Ida. Ida, trovato in lacrime Zeus bambino, volle placare il suo pianto con un frutto di lampone, che era originariamente bianco. Avvicinandosi alla pianta, la dea, si punse il petto con le spine dei rami e ne colorò i frutti che divennero rossi, come oggi li conosciamo.

Lampone, i frutti
Lampone, i frutti

Il lampone, sia per la sua provenienza che per la mitologia, è una pianta profondamente legata al mondo femminile: il monte Ida era la montagna per eccellenza delle Dee e delle madri. Sul monte Ida sono ambientate le vicissitudini di Rea e di suo figlio Zeus, qui partorito e nascosto dal padre che avrebbe voluto divorarlo. Sempre su questa montagna, Zeus venne allattato dalla capra Amaltea e nutrito con il miele dalla ninfa Melissa. Il monte Ida è poi il monte caro alla dea Afrodite, dove si consumano le sue passioni amorose, è il luogo degli incontri clandestini con Anchise e dove partorisce Eros ed Enea. Una montagna, dunque, di donne, in cui si intrecciano miti di Dee e di Ninfe, inebriate, nutrite e consolate dalla dolcezza dei Lamponi, frutti tra le cui proprietà terapeutiche spiccano proprio quelle legate a problematiche femminili e ginecologiche.
Il lampone era già coltivato nel Medioevo e utilizzato sia per uso alimentare sia come rimedio lassativo e diuretico. La tradizione erboristica faceva largo uso dei frutti e delle foglie: venivano preparati infusi e decotti dalle proprietà astringenti, diuretiche, lassative e digestive. Il succo ottenuto dai frutti di lampone, aggiunto a quello di Ribes, serviva per fare uno sciroppo rinfrescante usato in caso di febbre, malattie esantematiche e infiammazioni urinarie.
I principi attivi contenuti nella pianta sono i tannini, la vitamina C, il flavone e acidi organici. Come erba medicinale ed erba officinale il lampone può essere usato come diuretico e colagogo. L’infuso di foglie è utile contro la diarrea. L’estratto di foglie e gemme è consigliato negli ultimi mesi di gravidanza per tonificare i muscoli dell’utero e migliorare le contrazioni. I lamponi possono aumentare il metabolismo delle cellule adipose, per questo si pensa possono essere utili in caso di obesità. Sembra inoltre che esercitino effetti benefici in termini di controllo degli zuccheri nel sangue e che abbiamo proprietà antitumorali.

Lampone, siepe lungo un sentiero.
Lampone, siepe lungo un sentiero.
Cucina

LIQUORE AI LAMPONI

Dal gusto dolce e dal colore vivace, il liquore ai lamponi si può fare facilmente a casa e si può conservare in frigo per diversi mesi.

Ingredienti:

  • 600 g di lamponi
  • 400 g di alcol a 90° per alimentazione
  • 200 g di zucchero

Procedimento:

Sciacquate i lamponi e asciugateli tamponandoli delicatamente con della carta assorbente.
Trasferite i lamponi in un vasetto con la chiusura ermetica, aggiungete l’alcol e lasciate riposare per 30 giorni agitando il vasetto di tanto in tanto.
Trascorso il tempo di macerazione dei frutti, filtrate la soluzione di alcol e lamponi con un colino o una garza schiacciando i lamponi con l’aiuto di un cucchiaio.
Preparate uno sciroppo facendo bollire lo zucchero in 200 ml d’acqua e fate raffreddare.
Unite la soluzione alcolica ai lamponi allo sciroppo, imbottigliate e lasciate riposare in frigo per 15 giorni prima di consumarlo.
Potete aromatizzare il liquore ai lamponi con della vaniglia per un gusto più avvolgente, oppure con della scorza di limone o delle foglioline di menta per un tocco più fresco.

MARMELLATA DI LAMPONI

Ingredienti:

  • 1 kg di lamponi
  • 600 g di zucchero
  • 1 limone

Sciacquate delicatamente i lamponi in acqua fredda, scolateli e metteteli in una pentola a fondo pesante o antiaderente. Aggiungete il succo di limone filtrato e portate a bollore. Cuocete per circa 10 minuti a fuoco medio. Spegnete, lasciate intiepidire, aggiungete lo zucchero e mescolate molto bene. Rimettete sul fuoco, riportate a bollore e fate cuocere a fuoco dolce per circa 45 minuti mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Per verificare che la consistenza sia giusta fate la prova piattino: ponete un cucchiaino di marmellata su un piatto freddo, dovrà aderire senza scivolare.
Versate la marmellata ancora calda nei vasetti caldi sterilizzati e perfettamente asciutti. Chiudeteli con un tappo nuovo e capovolgeteli. Girateli solo quando i vasetti non si saranno raffreddati.
Se volete pastorizzare la marmellata, immergete i vasetti avvolti in tovaglioli in verticale in acqua fredda coprendoli completamente con almeno 6 cm di acqua. Portate a ebollizione e fate bollire per 25 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare nell’acqua.

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