Qualche centinaio di metri a sud di Governara troviamo l’ultimo borgo della valle. Castrum – Castione – Castiglione. Da quì partì Fabius, Coriolanus e il Bellocius e vi restò Astilius. Così lo lasciò scritto “Hic Astilius fuit habitator primus”. Quì Astilio fu primo abitante. Avrà insegnato a questi pastori le prime leggi, il lavoro della terra, e tante altre cose che un militare impara girando il mondo. Per molti anni gli abitanti di Castione vennero censiti con quelli di Governara poiché fino al XIX secolo erano solo 3 famiglie.
Aveva una concia per canapa e ostica; del resto se mancava qualcosa, poteva sempre commerciarlo poiché le vie della valle passavano di qua.
Della vecchia strada di origine roana ne restano pochi metri a nord del borgo. Le case più vecchie del borgo sono scomparse conl’ultimo evento bellico, erano site sul lato sud dello “stretto” protette così dal vento del sud che qua si fa sentire. Salnedo su questo stretto si può vedere quanto sia ben messa strategicamente questa posizione: infatti da quì si può dominare tutta la valle.
Le tre famiglie (11 persone) si salvarono dall apeste del 1632? Fu “bandito” Governara e per salvare Castiglione fu forse fatta transitare la gente a est del paese su una via in disuso che permetteva di evitare il paese.
Gli interventi edilizi e la vegetazione stanno facendo scomparire del tutto queste caratteristiche costruzioini che, ancora una volta, ci fanno comprendere quanto eravamo vicini alla Toscana, poichè lo stile murario richiama quallo toscano.
Sono attribuibili al 1400 le più vecchie costruzioni, come quella nella parte più bassa. Quì troviamo un bel portale architravato e di fronte vi è una finestra architravata con rosa celtica su un muro diroccante. Questa costruzione ha visto l’ultima scorreria dei lupi nella nostra valle. Più in alto due bei portali in arenaria zigrinata con sulla chiave di una volta l’arma dei famiglia.
Se nel borgo qualche casa come queste è coperta a coppi è perchè loro fecero la fornace; inotlre costruirono nel paese un mulino azionato ad acqua e una segheria a vapore. Del 1700 è pure la parte più alta del paese coi suoi edifici coperti a lastre.
Nel 1615 il paese contava 144 abitanti in 28 famiglie. Nel 1632 subì il flagello della peste, rimanendo in quarantena per ben 2 anni, col divieto anche per la valle di transumare con gli armenti. Durante ilc ontagio i morti venivano portati a qualche centinaio di metri a nord-est del paese in un punto detto ancor oggi “fossa dei morti”. Si narra che dopo il contagio essendosi inselvatichito il bestiame lasciato libero, faticarono a riportarlo alle stalle.
Tratto dal testo “Alla scoperta di una valle, Val d’Asta”
di Giglio Fioroni e Olimpia Fioravanti