Eccomi a descrivervi un’altra pianta che all’inizio dell’autunno dona una nota di allegria ai margini dei nostri campi ombreggiati dagli alberi che ormai cominciano a spogliare e che spiccano col loro color rosa sulla terra ingrigita.
Il ciclamino è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Primulaceae, con l’aspetto di piccole erbacee tuberose e dai delicati fiori rosati, il cui organo perennante è un bulbo, dal quale ad ogni nuova stagione nascono foglie e fiori tutti basali. Il nome del genere (Cyclamen) deriva dalla parola greca kyklos (=cerchio), forse in riferimento alla forma del bulbo che è rotondo e da cui fuoriescono le radici secondarie come i raggi di un sole.
Il fusto è diviso in due parti: una parte interrata (parte ipogea) inglobata nel bulbo mentre la parte aerea (fusto epigeo) è uno scapo fiorale semplice e senza foglie.
Le foglie sono unicamente basali, a forma di cuore o di rene, ma sempre indivise e con un lungo picciolo. La pagina superiore può essere macchiata variamente di bianco, mentre quella inferiore può presentare delle screziature rosseggianti in proseguimento del picciolo rossastro pure lui. Alcuni botanici pensano che il disegno variegato della parte superiore serva a mascherare la pianta per ridurre i danni derivati dal pascolo degli animali erbivori. A seconda della zona e della specie le foglie possono essere persistenti oppure no; ad esempio le foglie delle specie situate nelle zone mediterranee possono morire durante i periodi più caldi dell’estate (o in caso di forte siccità) per conservare l’acqua al resto della pianta.
I fiori sono formati da 4 elementi (calice, corolla, androceo e gineceo) con calice e corolla con 5 elementi. Il frutto è una capsula sferica che viene poggiata a terra dal picciolo che si ripiega su sé stesso. I semi (1 o 2 per frutto) raggiungono la maturità un anno dopo la fioritura e possono essere trasportati dalle formiche che mangiano l’involucro del frutto.
L’habitat per le specie italiane dipende dalle zone in cui vivono: per le specie alpine sono i boschi ombrosi (misti a faggete), cespuglieti, luoghi erbosi su terreni leggeri, ma anche carpineti, querceti e betuleti; per le specie più a sud sono i boschi di leccete e caducifogli (come i castagneti).
Della ventina di specie del genere Cyclamen, 3 sono spontanee in Italia: quella delle nostre zone appenniniche è il Cyclamen hederifolium Aiton (= C. neapolitanum Ten.) detto Ciclamino napoletano. In questa specie le foglie terminano con un apice acuto, mentre i margini sono percorsi da denti grossolani; la lamina fogliare ricorda quella dell’edera; i fiori sono inodori di colore rosa e chiazzati di purpureo alla base dei petali e fioriscono in autunno; la corolla è auricolata. Si trova al centro – sud – isole fino a 1300 m s.l.m.
IMPORTANTE In cucina non si deve usare: è una pianta velenosa (gli antichi Greci lo usavano per uccidere i pesci!).
Il mirtillo
In Italia il mirtilo nero è presente sulle Alpi e sugli Appennini, nelle peccete e nelle faggete subalpine e montane.