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Quando la Guerra Fredda passò dall’Appennino

Quando la Guerra Fredda passò dall’Appennino

Base NATO Livorno
La ex Base NATO Livorno – Le “grandi orecchie” della guerra fredda (Foto di Rosa Palumbo)

Quando ero bambina, una quarantina di anni fa, ricordo che provavo molta paura nell’ascoltare alcune notizie dei telegiornali. Era il decennio nero dei rapimenti, degli attentati. Era il periodo in cui la Casa Bianca e il Cremlino, USA e URSS, erano arrivate ai ferri corti e il filo sottile che le legava rischiava di spezzarsi da un momento all’altro e di far scoppiare la terza guerra mondiale.

Già. La terza guerra mondiale. Niente mi terrorizzava più di questo conflitto in cui si sarebbero usate le armi nucleari, missili a lungo raggio capaci di volare per migliaia di chilometri e centrare in pieno città e obiettivi prestabiliti.
Tutte le nazioni avevano basi militari attrezzate con testate nucleari; le comunicazioni viaggiavano su canali a noi sconosciuti e i servizi segreti facevano a gara per intercettarle.

La “GUERRA FREDDA”. Mi vengono ancora i brividi a pensare al pericolo che abbiamo corso. E piansi a dirotto, quel giorno che visitai la ex base di Passo Coe in Trentino, ormai dismessa e trasformata in museo all’aperto, con i missili disarmati ma in posizione di lancio in quella che una volta era una postazione strategica di confine. Missili che in quegli anni bui erano pronti a partire in qualsiasi momento con il loro carico di morte in caso di attacco missilistico o nucleare, quando l’allarme veniva comunicato a tutte le stazioni europee nel giro di 30 secondi grazie ad una rete di basi radio, denominata “ACE-HIGH Network”, che utilizzava apparecchiature all’avanguardia.
Tale rete, formata da 49 stazioni radio, iniziava a nord con la stazione di Hoggumpen (Senia Tail) nell’estremo nord della Norvegia, e si estendeva a sud fino alla stazione di Mardin, nella Turchia sud-orientale, costituendo l’insieme delle basi NATO del Mediterraneo poste sui confini est dell’Alleanza Atlantica.

Mappa delle basi NATO Ace-High
Mappa delle basi NATO Ace-High
Base NATO Livorno - Due parabole
Ex Base NATO Livorno (Foto di Rosa Palumbo)

I collegamenti avvenivano mediante la tecnica “Troposcatter”, cioè sul principio dello “spargimento troposferico” che il fascio di onde elettromagnetiche subisce grazie alla presenza delle discontinuità dielettriche della Troposfera, fenomeno che consente la comunicazione tra siti posti oltre l’orizzonte elettromagnetico. Le possibilità di collegamento derivanti da questa tecnica di trasmissione (anche detta O/H, da “Over-Horizon”) varia su distanze comprese tra i 200 e i 700 Km a seconda delle caratteristiche degli impianti e delle frequenze impiegate. Essa è estremamente sicura in fatto di risultati ma, causa la modesta percentuale di segnale riflesso, quindi utile al collegamento, nonché ai sensibili effetti di fading a cui è sottoposto, necessita di potenze di trasmissione piuttosto elevate, antenne ad elevatissimo guadagno e sistemi dotati di elevata sensibilità.
Ogni stazione era composta da quattro parabole con un diametro di 20 metri ciascuna.

Base NATO Livorno - Due parabole
Ex Base NATO Livorno (Foto di Rosa Palumbo)

Non molti però sanno che le comunicazioni della guerra fredda sono transitate anche dall’appennino tosco-emiliano, sui nostri monti. Qui, infatti, sul Monte Giogo, a 1518 metri di altitudine, dove la vista spazia in un panorama mozzafiato fino al Golfo di La Spezia, sorge la ex base NATO “Livorno”, una tra le più importanti stazioni della ACE-HIGH Network.

Questo complesso di 20.000 metri quadrati fu progettato nel 1956, entrò in funzione nel 1960 e rimase attivo fino ai primi anni novanta, quando arrivò l’ordine di chiudere il presidio per far spazio ai collegamenti satellitari. Era il 1994 quando i militari addetti alle apparecchiature radio lasciarono la base sul Monte Giogo per sempre.

Base NATO Livorno - Le parabole
Ex Base NATO Livorno (Foto di Rosa Palumbo)

Da allora, le due coppie di antenne paraboloidi da 20 metri di diametro ciascuna continuano a scrutare il cielo, inermi in questo paesaggio montano, come enormi orecchie che non ascoltano più.
Due puntano ancora verso la stazione francese di Nizza, due verso quella romana dei Monti della Tolfa. Su un traliccio alto 25 metri, altri due paraboloidi più piccoli comunicavano con il presidio bresciano di Dosso dei Galli (Passo Maniva).

Ma la base Livorno non servì solo alla guerra fredda. Nel 1972, durante la terribile alluvione che colpì il comune di Comano e il paese rimase isolato, senza luce e con un fiume di fango che portava via con sé tutto quello che travolgeva, si riuscì a prestare soccorso alla popolazione grazie alla base sul Monte Giogo: la prefettura comunicava le indicazioni al presidio NATO che a sua volta le girava alla caserma dei Carabinieri.

Base NATO Livorno
Ex Base NATO Livorno (Foto di Rosa Palumbo)

Dal 2005, l’Associazione Radioamatori Italiani Scatter Monte del Giogo di Parma ha ottenuto in concessione dal demanio la ex stazione radio, ripristinandola e installando ripetitori per la Protezione Civile, Tim, Vigili del Fuoco e Carabinieri. Quella che una volta era la sala operativa, un ambiente di circa 500 metri quadrati, è stata trasformata nel primo museo italiano sulle apparecchiature radio utilizzate a scopo di difesa.
Purtroppo però, negli anni seguenti la stazione subì diversi atti di vandalismo, di cui il più grave nel giugno 2010 quando sio tenne un rave party clandestino e furono danneggiati alcuni stabili e asportata una webcam.

Base NATO Livorno
Ex Base NATO Livorno (Foto di Rosa Palumbo)
Base NATO Livorno
Ex Base NATO Livorno (Foto di Rosa Palumbo)

Per approfondimenti sulla ex Base Livorno guarda il video (Clicca qui).

Guarda anche il video della ex base di Dosso dei Galli – Passo Maniva (Clicca qui).

COME ARRIVARCI

La ex base Livorno è situata sul Monte Giogo nei pressi della diga del Lago Paduli e del Passo del Lagastrello.

Per chi viene da Modena e Reggio Emilia si seguono le indicazioni per Castelnovo ne’ Monti. Alcuni chilometri dopo Castelnovo si prende la strada a destra che porta a Ramiseto e al Passo del Lagastrello. Qui, al bivio alla fine del ponte della diga del Lago Paduli si prosegue a sinistra sulla S.P. 74 Massese in direzione La Spezia e dopo circa un chilometro si devia a sinistra sulla S.P. 25 in direzione Comano. E’ necessario arrivare ad un piazzale sulla destra, da cui si stacca la strada che in circa 4 km. porta fino in cima. La strada purtroppo è dissestata. E’ consigliabile lasciare l’auto e fare una bella passeggiata a piedi, altrimenti con una automobile abbastanza alta si può provare a percorrerla.

Coordinate geografiche GD (44.321657, 10.125373)

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